Il governo cinese censura gli Oasis

MILANO - Gli Oasis non potranno suonare a Pechino e a Shanghai. Lo ha deciso il governo cinese, che ha annullato le due date già previste (il 3 e il 5 aprile) revocando alla band i permessi già rilasciati. La decisione è stata presa dopo che le autorità di Pechino hanno scoperto che uno dei membri del gruppo, Noel Gallagher, ha partecipato nel 1997 ad un concerto a favore della liberazione del Tibet negli Stati Uniti. Sono passati oltre dieci anni, ma evidentemente questo non è un motivo sufficiente per la Cina per concedere il nulla osta all'esibizione del gruppo.

«SPERIAMO IN UN DIETROFRONT» - La notizia è stata comunicata dallo stesso ufficio stampa della rockband britannica, attraverso una dichiarazione ufficiale. «Gli Oasis sono molto contrariati - spiega la nota - e sperano che le autorità cinesi prendano in considerazione la possibilità di tornare sulla loro decisione e permettano loro di esibirsi». Il resto del tour in Asia rimarrà comunque invariato, compresa una data a Hong Kong prevista per il 7 aprile. Anche la musica, dunque, deve fare i conti con la realpolitik. Le autorità cinesi hanno rafforzato i controlli dopo un concerto tenuto l'anno scorso a Shanghai dall'artista islandese Bjork, che aveva concluso la sua performance al grido di «Tibet! Tibet!!».